mercoledì 10 giugno 2015

Un dolore nel cuore

La vera forza di una persona si vede quando invece di fuggire davanti ai problemi decide di rimanere e di affrontarli insieme. Se qualcuno ti abbandona quando stai per toccare il fondo e magari dice che lo fa per il tuo bene, allora è meglio lasciarlo andare perchè è una persona che non ti vuole bene abbastanza e che non ha il coraggio di aiutarti. Purtroppo spesso queste persone sono le peggiori e le più vigliacche perchè non hanno neanche il coraggio di dirti esattamente le cose come stanno e di ammettere che non hanno la forza di affrontare insieme le difficoltà. Preferiscono scappare e magari poi sono anche capaci di dire che la colpa è la tua e che non sei capace di reagire e di risolvere la situazione. Non capiscono che in certi momenti sarebbe sufficiente un abbraccio per farti sentire meglio e per darti quella forza che ti è venuta meno. Ti basterebbe sentire vicino la presenza di qualcuno che non ti giudichi ma che voglia prenderti per mano ed aiutarti.
E' meglio lasciare andare queste persone anche se in quel momento abbiamo un dolore nel cuore nel vederle andar via, ma, credetemi, è meglio così. Averle vicino sarebbe come avere un peso legato ad un piede che vi fa andare a fondo invece di aiutarvi ad emergere.

domenica 7 giugno 2015

Essere madre

Non ci sono regole scritte che stabiliscano cosa va fatto e cosa no per essere classificate come una buona madre. Io con mia madre ho avuto sempre un rapporto conflittuale che sicuramente mi ha aperto la strada verso l'anoressia. Nel mio periodo buio, forse anche spinta da chi mi voleva far crollare, l'ho accusata di tutto e l'ho trattata male non rendedomi conto di quanto la ferivo.
Lei è sempre stata molto fredda nei sentimenti ma è il suo carattere ed io invece gliene facevo una colpa. E' vissuta in un'epoca dura, senza madre e con un padre molto duro e forse il suo carattere è dovuto a tutto ciò. Non avevo alcun diritto di fargliene una colpa, lei è così con tutti. Ma io avevo bisogno di qualcuno da colpire per scaricare le mie responsabilità e me la sono presa con lei.
Oggi che sono madre e che vivo un rapporto difficile con mio figlio per colpa di ciò che ho vissuto, mi rendo conto di quanto male le ho fatto. E sono felice di aver avuto una seconda possibilità per starle vicino e per farle capire che le voglio bene, in questi giorni che molto probabilmente sono gli ultimi della sua vita visto che si sta consumando come una candela.
Non sempre ci è data una seconda possibilità per recuperare ed io la voglio sfruttare.
Ti voglio bene Mamma!

sabato 6 giugno 2015

Forza

Chuck Palahniuk ha detto: "Non sai mai quanto sei forte, finchè essere forte è l'unica scelta che hai".
Condivido pienamente questo concetto. E' veramente così, non ci rendiamo conto di quanto forza abbiamo dentro di noi, anche quando ormai siamo ridotte alle briciole. Abbiamo una forza immensa dentro di noi che ci può salvare se abbiamo il coraggio di tirarla fuori.
E quanto siamo quasi alla fine e vogliamo invece non dargliela vinta ma vogliamo vincere noi, allora saremo in grado di far uscire tutta la nostra forza. E questa forza sarà la nostra arma per vincere.
Non lasciamo distruggerci, ognuno di noi ha qualcosa da dare e ha ancora tanto da ricevere. Ognuna è una persona fantastica con un potenziale immenso.
Non mollate mai!!

venerdì 5 giugno 2015

Riflessioni

Oggi è una giornata particolare: è il mio compleanno. Non so se ho voglia di festeggiare o meno. Da una parte sono contenta, fino ad un anno fa non so se qualcuno (io per prima) avrebbe scommesso sul fatto che sarei riuscita ad andare avanti. Ma c'è un'altra parte di me che soffre ed è la parte che riguarda la mia figura di mamma. La cosa più brutta che mi ha lasciato questa malattia non sono i postumi di tipo medico ma il fatto di aver perso la fiducia di mio figlio. Ho permesso alla malattia di farmelo portare via e di perdere alcuni anni di vita con lui e che non potrò mai riavvere. Ma la cosa più terribile è aver permesso di farmi vedere da lui nel mio stato peggiore e permettere che avesse la convizione che io non volessi farmi curare e che quella condizione me lo fossi scelta.
Ora la situazione è migliorata ma sento ancora in lui del rancore nei mei confronti per tutto il tempo che non gli sono stata vicino ed ogni volta che stiamo insieme  è un riconquistare la sua fiducia ed ho un dolore nel cuore, soprattutto perchè vedo che c'è ancora tanta sofferenza dentro di lui che non riesce a far esplodere.
Non è vero che con il tempo tutto si aggiusta e si sanano tutte le ferite, diminuisce il dolore, forse per proteggerci,  ma le ferite rimangono. Forse è giusto così perchè quelle ferite mi ricordano i miei errori per evitare di ricaderci.


giovedì 4 giugno 2015

Farsi aiutare

"Non appoggiarti mai a nessuno. Ricorda: se si sposta, tu cadi" (Cit.)

Leggendo questa frase in un primo momento sono stata pienamente d'accordo. Poi ci ho riflettutto ed ho pensato "Forse è vero, ma non in tutte le situazioni". Ci sono momenti che dobbiamo appoggiarci a qualcuno, perchè altrimenti è in quel momento che cadiamo e rischiamo di non alzarci più. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci prenda la mano e che ci guidi verso la strada giusta. Che ci faccia capire che dobbiamo essere noi le più forti anche se fisicamente la forza non l'abbiamo più e stiamo cadendo a pezzi. Ma è in questo momento che dobbiamo metterci tutta l'energia che abbiamo dentro di noi per rinascere.
E' difficile trovare una persona a cui affidare noi stessi, che non abbia secondi fini e che sappia come prenderci. Perchè quando la situazione è disperata, la malattia ci fa diventare più cattive e ci isoliamo sempre di più, perchè in questo modo lei sa di avere la vittoria in pugno. Solo chi ci conosce veramente può aiutarci, da sole non è possibile. Non credete a coloro che dicono: "io ce l'ho fatta da sola" oppure "Basta volerlo!". Non è così, dobbiamo affidarci a chi ci vuole bene ed in questo modo possiamo recuperare la nostra vita.

mercoledì 3 giugno 2015

Consapevolezza

La consapevolezza di avere un problema è il primo passo per la vittoria. 
Mi ricordo che, specialmente nel periodo peggiore della malattia, mi rifiutavo di ammettere di aveere un problema. Dicevo che stavo bene, che mangiavo e che non avevo bisogno di nulla. Ero solo molto magra ma questo non credevo fosse un problema. Se non lo era per me perchè doveva esserlo per gli altri? Perchè dava fastidio la mia magrezza? Anche se non ce la facevo più neanche a fare un gradino ed a camminare per più di pochi passi, non ammettevo che stavo male. Per me era tutto normale.
Con questa visione distorta del mio stato era impossibile affrontare il problema, stavo male, anzi malissimo ma non me ne volevo rendere conto. Pensavo di essere io la più forte, ma  non era così anzi io ero la vittima. Ogni giorno era peggio del precedente ed ero sempre più sconfitta.
Fino a quando non ho acquisito la consapevolezza di stare male e di accettare l'aiuto di chi poteva darmelo.

martedì 2 giugno 2015

Avere voglia

Sto leggendo il libro di Francesco Piccolo "Scrivere è un tic', ed ho trovato questa citazione di Giorgio Scerbanenco:
 Il profano pensa che l'ispirazione sia qualche cosa di magico  che chi scrive deve star li ad aspettare quando viene, e se viene. E' molto bello pensare al poeta che guarda il cielo azzurro in attesa dell'ispirazione. Ma non è così. Si scrive quando si vuole, e l'ispirazione, forse non esiste. Come in tutte le cose, bisogna soltanto aver voglia di scriverne, averne piacere. Anche per stirare un mucchio di biancheria per fare una maglia con i ferri bisogna averne voglia e piacere, se no si lavora male e si sbaglia. Non è l'ispirazione che manca al poeta che guarda il cielo azzurro, è la voglia.
Ho pensato che questo pensiero si può riflettere su chi è vittima di un disturbo alimentare. Per guarire non serve l'ispirazione o un momento magico ma è fondamentale la voglia di affrontare il problema per sconfiggerlo. Solo con la voglia si può avere successo altrimenti il pericolo è quello di mentire a se stessi ed  rischio reale è quello di essere sconfitti e la nostra sconfitta è  un'altra vittoria della malattia che ci rende più deboli.